Smart Metering 2, la Vendetta del Consumatore

L’intervento di Babbo Nat…Miguel Cañete al Citizens’ Energy Forum di qualche giorno fa in cui affrontava il tema del futuro dello smart metering (qui il testo completo) mi spinge a qualche riflessione sul tema.

A quasi un decennio (parlo dell’ EE) dall’inizio della grande smartizzazione dell’attività di misura, il futuro di gloria preconizzato, si è effettivamente concretizzato? Per il gas, la domanda potrebbe essere declinata al futuro: si concretizzerà?

Evidentemente, la risposta cambia in base a chi la dà.

Il Sistema (ora elettrico, nel futuro anche Gas) dirà che alla fine, tutto considerato, ne è valsa certamente la pena. Molte attività si sono decisamente semplificate e velocizzate e, in fin dei conti, il gioco è valso la famosa candela.

Ma il cliente finale? Il cliente domestico finale? Quello che ha dovuto sobbarcarsi buona parte dei costi (e che nei prossimi anni dovrà sobbarcarsi anche quelli per gli smart gas meter)?

Ad oggi, mi sembra, i benefici sono stati – diciamo – “sbilanciati” verso il sistema elettrico (e in futuro gas), che ha tratto un grosso beneficio dalla maggiore sicurezza dei dati di misura per tutta una serie di attività, nonché dalla velocità con cui ora sono possibili determinate operazioni.

Il cliente invece ha avuto benefici minori, legati prevalentemente (in assenza di problemi patologici nella fornitura) all’eliminazione dell’odioso meccanismo acconto-conguaglio (che per capirlo ci vuole un master in ingegneria matematica) ed alla possibilità di veder eseguite alcune attività in tempo quasi reale (oggi cambiare potenza o disattivare/riattivare la fornitura, ad esempio, richiede tempi veramente brevi). Se poi a tale beneficio ci sottraiamo il “maleficio” del distacco da remoto (che va benissimo ed è correttissimo, ma certamente il cliente non ne ha una percezione così positiva come il venditore….Sad but True, direbbe un certo musicista), lo sbilanciamento di cui prima peggiora pure.

E’ perciò molto probabile che il cliente finale non sia particolarmente entusiasta degli esiti della smartizzazione del suo bel contatore (dell’elettricità). Alla fin fine, siamo certissimi che ciò che chiedeva era l’eliminazione degli acconti/conguagli e tempi brevissimi per operazioni spot una tantum (che forse mai chiederà)? Sicuramente chiedeva ANCHE questo, ma evidentemente ciò che il cliente voleva e che continua a volere ardentemente è un risparmio in termini di €uri, possibilmente costante nel tempo (che quindi prescinda eventi particolari legati a problemi sulla fornitura o sui dati di misura).

Ancora oggi, infatti, alla domanda: “Ma quanto mi ha fatto/mi fa/mi farà risparmiare di bolletta avere uno smart meter?”, la risposta è: “Niente! Proprio Un bel niente!”

Diciamolo serenamente: su questo punto, gli smart meter EE 1.0. hanno toppato (e speriamo che per gli smart gas meter si adottino delle modifiche in corsa per evitare un destino simile!).

La ragione di ciò è ai tempi si è sottovalutato il fatto che l’essere umano è, tra le altre cose, un animale visuale (che quindi si basa molto su quello che vede per definire le proprie azioni/emozioni). Eppoi, per alcune cose, è anche un animale molto, ma molto pigro! In questi anni, quanti clienti domestici si sono presi la briga di andare dare un’occhiata al mitico display del misuratore elettronico – nascosto chissà dove in qualche armadietto polveroso dietro pile di scatole e scartoffie o, peggio del peggio, addirittura fuori casa (supremo orrore!!!) – per conoscere i consumi o la potenza utilizzata?! Uno zerovigolazerounopercento?! Quanti hanno modificato il proprio comportamento dopo aver occhiato il display? Idem con patate?!

Il fatto è che se il cliente, come il famoso santo, se non vede non crede e, aggiungiamo, non prende iniziative che gli farebbero risparmiare qualche €uro. Il fatto che vedere i dati di misura oggigiorno sia così difficile è, quindi, il peccato originale degli Smart Meter 1.0. (e l’idea che sarebbe bastato un dispaly lcd per permetterne la fruizione, l’ingenuità di gioventù).

Ultimamente, per fortuna, si sta prendendo coscienza di questo elemento e si sta cercando di migliorare il servizio. Esempi sono la consultazione sulle caratteristiche dei misuratori di nuova concezione portata avanti dall’Autorità (DCO 232/2014/R/eel), la sperimentazione promossa da Enel in Molise relativa a modalità innovative per la messa a disposizione dei dati di misura ai clienti e le prescrizioni in tema di misura contenute nel D.Lgs 102/14 (Efficienza Energetica).

Tuttavia, per ora si tratta solo sperimentazioni su piccoli gruppi di clienti o di norme ancora da attuare (mentre scrivo, la delibera 117/2015/R/gas (Riforma della regolazione in materia di misura dei punti di riconsegna della rete di distribuzione, anche in attuazione del decreto legislativo 102/2014 non è stata ancora pubblicata) e una diffusione su larga scala di sistemi per monitorare in maniera semplice e comoda i dati di interesse (per non parlare dei sistemi di integrazione tra misuratori e apparecchi domestici) sembra ancora al di là da venire e, forse, per l’EE, bisognerà aspettare gli Smart Meter 2.0. (La vendetta del signor Rossi). Con il “piccolissimo” problema che per la loro installazione 1) si dovrà aspettare ancora qualche anno e 2) non sarà “concertata” tout court dall’Autorità, con il risultato che si creeranno delle disparità – temporali e spaziali- tra clienti, che non potranno beneficiare ancora per un numero consistente di anni dei benefici della tecnica moderna. Con evidente danno alla completa apertura del mercato e l’impossibilità materiale di creare una gestione della fornitura simile a quello delle telecomunicazioni (con app per visualizzare i consumi, cambiare offerta in tempo reale, porre limiti ai consumi ecc), nonché di una integrazione spinta con sistemi di domotica (e quindi con ricadute sul possibile allargamento anche a nuove fasce di clientela di soluzioni domotiche, per ora appannaggio dei quattrinosi).

Speriamo, quindi, che il settore elettrico faccia tesoro dell’esperienza accumulata e che nel prossimo futuro ci si muova nella direzione indicata da Cañete e, quindi, verso l’estensione dei benefici della smartizzazione anche e sopratutto al cliente finale, che purtroppo dovrà pagare anche il second round di smartizzazione.

Questo bottino di esperienza, però, deve essere subito utilizzato per correggere in corsa qualche stortura nel piano di smartizzazione della misura gas (partita da poco) ed evitare che si ripetano gli errori del settore elettrico e che, soprattutto, il cliente debba pagare un primo giro di prova e poi un secondo con le soluzioni.

Bisognerebbe, innanzitutto, considerare seriamente se una lettura smart dei consumi gas possa in qualche modo beneficiare i clienti domestici e se questi benefici siano maggiori dei costi (stimabili grossomodo in circa € 4 – 4,5 mld in 15 anni) che dovranno sostenere. I dubbi su questo punto sono piuttosto forti dato che, mentre per l’elettricità si possono adottare comportamenti virtuosi (spegnere del tutto gli apparecchi invece che lasciarli in stand by, sostituire lampadine o addirittura elettrodomestici, spostare i consumi ecc.), per i consumi di gas questo non sembra molto agevole, a causa dei suoi peculiari utilizzi: se fa freddo, ad un certo punto dovrò accendere il riscaldamento, se devo farmi la doccia (a meno di non essere rambo) la caldaia deve funzionare, se devo cuocere gli spaghetti, devo accendere il gas. E tutto questo lo devo fare nel momento in cui ne ho il bisogno: non posso spostare temporalmente i consumi! Gli unici benefici, quindi, sarebbero indicazioni sulla possibilità di cambiare caldaia o di sostituire il vettore energetico (switchare all’elettricità per tutti i bisogni)….in entrambi i casi, evidentemente, si tratta di valutazioni complesse e con tempi di rientro degli investimenti piuttosto lunghi.

Per il Sistema gas, d’altra parte, i vantaggi sembrano meno un po’ più contenuti rispetto al Sistema elettrico, a causa del diverso vettore energetico trattato e della sua diversa pericolosità: l’esempio classico è l’interruzione della fornitura che, mentre per l’elettricità è banale (clicco il pulsante e…..taaaacccc…..ti ritrovi senza luce), per il gas è molto più rischioso (clicco il pulsante e….taaaaacccc……niente spaghetti, ma se qualcosa va storto…..boooommmmm e niente spaghetti, né casa).

Tuttavia, mi rendo conto che tali valutazioni sono fuori tempo massimo: oramai si è deciso di agire anche per i clienti domestici, e quindi si dovrà agire.

Rimane però abbastanza spazio per decidere il quanto (e il come) agire. Ed è proprio questa possibilità che bisogna sfruttare per capitalizzare al massimo l’esperienza accumulata nel settore elettrico.

Non credo che sarò giudicato eretico se azzardo che *forse* la tecnologia oggi disponibile (e già sul tema della disponibilità ci si potrebbe scrivere un tomo) non è abbastanza matura per garantire il massimo beneficio, oltre che al Sistema, anche al cliente domestico (e per molti versi, anche a quello non domestico).

Sarebbe quindi il caso di far tesoro della lezione appresa sugli smart meter elettrici (cioè: non paga sempre voler fare i primi della classe su questioni innovative, per le quali quelli che ottengono i maggiori benefici sono i follower (che fanno un po’ di free riding)) e aspettare ancora qualche anno che potremmo passare proficuamente a valutare le esperienze di altri paesi (così ci ripagano delle esperienze che gli abbiamo passato sull’elettrico), approfondire gli esiti di alcune sperimentazioni (come ad esempio lo smart metering multi servizio) e portare avanti altre indagini e sperimentazioni per capire cosa veramente vuole il cliente finale, quai sono i suoi veri bisogni. In questo modo, potremo superare l’aut-aut degli smart meter 1.0. e ottenere il vel-vel degli smart gas meter 1.0., senza aspettare il 2.0.

(quanto scritto rappresenta esclusivamente il punto di vista dell’autore).

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